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CORONAVIRUS – I malati di diabete della Sardegna chiedono di tornare
alle visite in ambulatorio.  I medici diabetologi: “Noi siamo pronti
ma l’Assessore Nieddu e le Aziende sanitarie ci devono dare le
indicazioni sulle regole”.

Anche per i malati di diabete mellito della Sardegna è iniziata la
“fase 2” ma per loro gli ambulatori rimangono ancora chiusi. Da più di
2 mesi, infatti, l’emergenza Coronavirus ha cancellato centinaia di
visite programmate da tempo.

La denuncia arriva dall’Associazione Medici Diabetologi della
Sardegna, attraverso le parole del Presidente Regionale, Gianfranco
Madau: “Da più di una settimana è iniziata la “fase due” e la domanda
che ci sentiamo rivolgere nelle nostre televisite è “come mai non ci
fate venire negli ambulatori”?. La risposta è che, purtroppo, nulla è
stato modificato nelle disposizioni regionali e aziendali: ambulatori
chiusi, solo urgenze emergenze”. “In queste settimane – continua Madau
– la risposta con la telemedicina ha portato all’applicazione puntuale
del distanziamento per arginare la pandemia ma ora, anche nelle cure
ambulatoriali, è necessario ricominciare con le normali visite in
presenza del paziente, pur proseguendo con le visite in telemedicina
per una parte di essi”.

Per questo motivo, il Direttivo dell’AMD, nelle ultime tre settimane,
ha lavorato per progettare l’organizzazione della fase 2, con una
procedura volta ad armonizzare le esigenze assistenziali con le
necessarie precauzioni. In tale documento, inviato all’Assessore
Nieddu, sono indicati i principi clinici e organizzativi in base ai
quali individuare per ciascun paziente diabetico la migliore tipologia
di accesso alle cure.

“Nell’ assistenza alla persona con diabete nessuno deve restare
indietro – ribadisce Ilaria Pelligra, Consigliera AMD – pena l’aumento
delle complicanze acute e croniche della malattia , in particolar modo
in questo momento in cui i pazienti diabetici risultano ad aumentato
rischio di sviluppare complicanze in seguito a infezione da
SARS-CoV-2”.

“Noi siamo pronti a questo impegno – sottolinea Madau – l’Assessore
Nieddu e le Aziende sanitarie ci devono dare le indicazioni relative
all’avvio e alla tempistica della nuova fase: dalle regole di priorità
degli accessi, alle risorse umane e tecniche per attuarli”.

In ogni caso, queste settimane di lockdown, non hanno fermato il
lavoro degli specialisti diabetologi che hanno proseguito a monitorare
lo stato di salute dei pazienti, svolgendo telefonicamente e
telematicamente i controlli. Attraverso la teleassistenza, infatti, il
team di cura diabetologico ha continuato ad avere un rapporto stretto
con i pazienti, soprattutto nella fasi precedenti alla “televisita”,
nell’ agevolare la preparazione della documentazione clinica
necessaria, con l’invio dei dati, e dando vita a intere sessioni di
“informatizzazione pratica” alle persone o ai loro care giver.

Successivamente, nel corso della chiamata telefonica, hanno continuato
a verificare la situazione clinica, modificando le terapie, compilando
ed inviando il referto con l’indicazione del successivo appuntamento.

Proprio sulle televisite, il direttivo dell’AMD, ricorda come la
richiesta di un riconoscimento di tale prestazione, ampiamente
circostanziato e dettagliato, sia rimasto senza risposta. “Nonostante
le tante lettere inviate all’Assessorato – continuano
dall’Associazione – non abbiamo ricevuto alcun segnale dall’Assessore
Regionale alla Salute neanche sul fatto che lo avesse letto”.
Gli Operatori Diabetologici sono in ascolto delle persone, gli
Amministratori raccoglieranno il loro messaggio?

Per informazioni: Dott. Gianfranco Madau 3405493618

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