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Nei giorni scorsi sopralluogo nei pressi del nido dei colleghi del Parco nazionale dell’arcipelago toscano. Presente anche l’esperto di falchi pescatori della riserva di Scandola della vicina Corsica.

Nei giorni scorsi sopralluogo dei tecnici del Parco di Porto Conte e dei colleghi del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e della Riserva corsa di Scandola nei pressi del nido del Falco Pescatore. Dopo la notizia straordinaria dello scorso anno del ritorno alla nidificazione, infatti, anche quest’anno la coppia si è riprodotta e ha dato alla luce due nuovi pulli . Questa porzione della penisola di Capo Caccia si è distinta nell’ultimo triennio come luogo elettivo per la riproduzione di 3 importanti specie di rilevante interesse: l’avvoltoio grifone, l’avvoltoio capovaccaio e per la seconda stagione il falco pescatore. Per studiare e tutelare quest’ultima specie protetta il Parco naturale regionale di Porto Conte e il Parco Nazionale dell’Asinara hanno sottoscritto un accordo di collaborazione con i parchi toscani: Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Regionale della Maremma e quello di Migliarino San Rossore.
Un’importante partnership qualificata, per unire le migliori energie e competenze a favore del falco pescatore che in Sardegna non si riproduceva da oltre mezzo secolo. All’incontro di ieri era presente, in qualità di coordinatore del gruppo di lavoro ed esperto, Giampiero Sammuri presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e presidente di Federparchi accompagnato dall’esperto di falchi pescatori della riserva di Scandola della vicina Corsica Jean Marie Dominici. Presente anche il referente regionale e locale Lipu Francesco Guillot. Da qualche settimana prosegue intanto l’attività di osservazione e posizionamento di strumenti GPS sugli esemplari di uccello delle tempeste nidificante nell’area di Capo Caccia e in questi giorni anche su quelli di berta maggiore. Un’azione portata avanti in stretta collaborazione e in forza di un apposito accordo quadro, stipulato ormai da qualche anno, con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Proprio in questi giorni i ricercatori ISPRA con il supporto del personale tecnico incaricato dal Parco di Porto Conte stanno dotando una trentina di berte maggiori di strumento GPS: dispositivi tecnologici che consentiranno di mappare gli spostamenti non solo dell’uccello delle tempeste, già posizionati anche lo scorso anno, ma anche di un altro importante procellariforme qual è la berta maggiore. I dati registrati consentiranno di comprendere ancora meglio le abitudini alimentari e comportamentali di tali specie.

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