Ci sono uomini che lasciano il segno. Uomini che non si limitano a vivere, ma trasformano, creano, proteggono. Karim Aga Khan IV era uno di loro. Oggi non c’è più, ma il suo spirito è ancora qui, tra le onde del mare della Gallura, nel vento che accarezza le rocce, nei colori della Costa Smeralda che lui ha sognato e reso realtà.
Quando arrivò in Sardegna negli anni ’60, non fu accolto con tappeti rossi. Per molti era solo un uomo ricco che voleva comprare un pezzo di paradiso. Ma lui vedeva oltre. Non voleva prendere, voleva custodire. Non voleva sfruttare, voleva dare. E lo ha fatto con intelligenza, con rispetto, con amore.
La Costa Smeralda non è solo un luogo, è un’idea, un’anima. E quell’anima porta il suo nome. Se oggi il mondo intero guarda a questa terra come a un gioiello, è perché lui ha saputo proteggerla dalla cementificazione selvaggia, dall’avidità di chi l’avrebbe distrutta per guadagnare. Ha sognato un turismo che non calpestasse la bellezza, ma la esaltasse. E ha lottato per realizzarlo, anche quando la politica cercava di ostacolarlo, anche quando qualcuno non comprendeva la sua visione.
Chi lo ha conosciuto racconta di un uomo elegante, riservato, ma incredibilmente umano. All’inizio sembrava distante, quasi inafferrabile. Ma bastava poco per capire che era diverso. Ascoltava, rispettava, si prendeva cura delle persone. Credeva nel valore della comunità, nella bellezza dell’architettura che dialoga con la natura, nell’importanza di costruire senza distruggere.
Oggi la Costa Smeralda è il suo messaggio, il suo lascito. Più di tremila ettari di territorio che portano il segno della sua mano, del suo cuore, della sua passione. È il regalo che ha fatto alla Sardegna, a chi qui è nato e a chi qui ha trovato un rifugio di pace e bellezza. Non è solo terra. È memoria. È futuro. È amore.
E ora che il principe se n’è andato, il vento sembra portare il suo sussurro tra le rocce e il mare. Non era solo un uomo ricco, non era solo un imprenditore. Era un sognatore. E i sognatori, quelli veri, non muoiono mai.
Fausto Farinelli