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L’Associazione Danzeventi costretta a cancellare lo spettacolo per l’assenza del principale protagonista. Prossimi appuntamenti del Festival saranno due lavori di profonda spiritualità e originalità artistica: il 29 settembre al Verdi la coproduzione “Janas” della Fattoria Vittadini e Danza Estemporada e il 30 sempre al Verdi “Vanitas”

SASSARI. Lo spettacolo “At 17 centimeters above the floor” in programma per il 27 settembre a Palazzo di Città, speciale omaggio del festival “Corpi in movimento” alla grande artista Pina Bausch nel decennale dalla morte, è stato annullato a causa di problemi di salute del danzatore Pablo Aràn.

Lo hanno comunicato con rammarico gli organizzatori che, preso atto dell’impossibilità del principale protagonista a partecipare all’evento di venerdì, non hanno potuto far altro che cancellare l’appuntamento, uno dei più attesi di questa XVI edizione del festival. Aràn avrebbe dovuto esibirsi a Sassari assieme Jorge Puerta Armenta, altra figura storica della Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, la compagnia della coreografa tedesca.

L’Associazione Danzeventi invita il pubblico a rivolgersi all’organizzazione o al teatro per il rimborso del biglietto o per conoscere le opportunità offerte in alternativa. La kermesse offre infatti un calendario di appuntamenti imperdibili.

I prossimi saranno “Janas”, una coproduzione Fattoria Vittadini e Danza Estemporada che si terrà il 29 settembre alle 21 nella Sala concerti del Teatro Verdi; quindi “Vanitas” sempre della Fattoria Vittadini, in programma al Verdi il 30 settembre alle 21.

Il primo prende spunto dal percorso creativo “Yes, I’m a witch” di Francesca Penzo, in cui le “witches” saranno tramutate nelle Janas sarde. Attraverso pratiche sul corpo di diversa tradizione, quali release technique, chakra meditation, pranayama, floor work, twerk, il laboratorio ha l’obiettivo di lasciarsi andare e liberare il proprio potenziale sia fisico che spirituale, per intravedere le molte identità possibili celate in ognuno di noi.

Lasciarsi trasportare dalle “janas” significa entrare in un rituale collettivo in cui si perdono i confini del proprio corpo e della propria percezione per esplorare un nuovo modo di essere gruppo, superficie tattile, forma mutevole e sensuale, celebrazione viva di un respiro comune. Il work lascerà il posto all’opera curata nella sua parte compositiva da Francesca Penzo e Livia Lepri.

Decisamente originale anche “Vanitas”, composizione ispirata al Bardo Thodol (Il Libro Tibetano dei Morti) e portata in scena con le coreografie di Francesca Penzo e visual concept di Jacques-André Dupont. Come in un programma di simulazione, lo spettacolo conduce pubblico e performer attraverso diversi stadi di un processo in cui ognuno può prepararsi alla propria fine temporale. I performer diventano i canali di un cambiamento in atto, fisiologico, sensoriale e di coscienza, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio visionario.

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