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di Fausto Farinelli

Quando il PNRR Diventa Specchio delle Differenze Amministrative Europee

Mentre l’Italia si perde nel labirinto dei decreti attuativi, la Spagna danza con decisione verso obiettivi e realizzazioni concrete, gestendo il proprio piano di ripresa con una determinazione e un’efficienza che fanno riflettere. Esploriamo le dinamiche, le differenze e le possibili lezioni da apprendere da questi due approcci apparentemente opposti, ponendoci alcune domande fondamentali sul futuro della gestione amministrativa e burocratica italiana nel contesto europeo.

Ah, l’Italia! La patria della pizza, del Colosseo e… della burocrazia? Mentre ci perdiamo in un mare di ripensamenti e revisioni del nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ecco che la Spagna, con un sorriso forse un po’ beffardo, ci supera a passo di corrida, gestendo il proprio piano di ripresa con una verve e un’efficienza che ci lasciano, beh, sorpresi!

Un recente articolo su La Repubblica ci svela questa perla: mentre il nostro amato Bel Paese sembra danzare il valzer dei decreti attuativi, con una melodia fatta di “forse”, “magari” e “vedremo”, la Spagna ha tirato fuori il suo miglior flamenco, raddoppiando i progetti e mantenendo un ritmo che, a questo punto, ci fa un po’ invidia.

Il nostro PNRR, ahimè, sembra aver adottato la tattica del gambero, con una strategia che, tra un passo avanti e due indietro, ci fa domandare: ma davvero non possiamo fare di meglio? La Spagna, nel frattempo, ha trasformato il suo Plan de Recuperaciòn in un vero e proprio treno ad alta velocità, sfrecciando verso obiettivi e realizzazioni che, a noi, sembrano un miraggio lontano.

E mentre ci grattiamo la testa, cercando di capire come mai i nostri progetti sembrano scivolare via come sabbia tra le dita, la Spagna, con un occhiolino, ci mostra che la gestione diretta e pragmatica non è un’utopia, ma una realtà tangibile, che porta risultati e sviluppo.

E allora, cari lettori, mentre ci gustiamo un po’ di sana ironia mista a sorpresa, forse è il momento di porsi qualche domanda, perché la riflessione, si sa, è il primo passo verso il cambiamento. E chissà che non riusciamo a trasformare quella sorpresa in un sorriso di soddisfazione per un lavoro ben fatto.

  1. Perché non riusciamo a trasformare le belle parole e le promesse in azioni concrete e tempestive, come sembra fare con successo la Spagna?
  2. Come potremmo snellire la nostra macchina burocratica per assicurare che i progetti e le risorse del PNRR siano gestiti in modo più efficace e diretto?
  3. Cosa possiamo imparare da paesi come la Spagna, che sembrano aver trovato la chiave per una gestione efficace dei piani di ripresa e degli investimenti?

Riflettiamoci, cari lettori, perché le risposte a queste domande potrebbero essere il primo passo verso un futuro in cui l’Italia non sia più sorpresa, ma sorprendente.

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