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In questi ultimi giorni i finanzieri della Stazione Navale di Cagliari hanno concluso una complessa attività di polizia ambientale ed economico – finanziaria a tutela dei territori della Sardegna, constatando sanzioni, rispetto al tributo evaso, di circa 815.000,000 euro (c.d. Ecotassa) per il conferimento in discarica di rifiuti, effettuato su mandato dell’obbligata in solido della Società “Sanac S.p.a.” (Società Anonima Nazionale Argille e Caolini), in località “Macchiareddu – Grogastu” (Cagliari), appartenente oggi al Gruppo ILVA.

Tutto ebbe inizio tra la prima e la seconda decade degli anni 2000, dove i cennati rifiuti pericolosi industriali, riconducibili al ciclo produttivo dello stabilimento in questione, venivano abilmente occultati attraverso l’interramento nel sottosuolo. Solo grazie agli interventi delle Fiamme Gialle, effettuati tra il 2015 e il 2016, nell’ambito dell’“Operazione Underground”, è stato possibile scoprire l’attività illecita. Le numerose violazioni constatate di carattere penale hanno portato alla segnalazione all’A.G. di alcuni soggetti, dipendenti a vario titolo dalla predetta Società, in quanto fautori di attività illecite rientranti tra le attività di “gestione di rifiuti non autorizzata”, ex – D.Lgs 152/06 ed illecito smaltimento per deposito sul suolo o nel suolo (occultamento nel sottosuolo) – come da allegato B – “D1”, sanzionato dall’art. 256, commi 1, lett. b) e 3, stesso D.Lgs..

In due distinte discariche abusive sono state ritrovate 70.000 tonnellate di rifiuti industriali pericolosi di vario genere interrati ad una profondità di 3 metri circa, all’interno di un’area di 16.000 metri quadrati.

Conclusa la procedura di smaltimento in discarica autorizzata dei rifiuti e la bonifica dell’area interessata, è stato possibile applicare il tributo, determinato dal quantitativo riportato sui formulari identificativi dei rifiuti (F.I.R.) e destinato alle casse della Regione Autonoma della Sardegna.

Occorre precisare che il tributo speciale per il deposito in discarica ed in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi è stato introdotto dalla legge n. 549 del 28 dicembre 1995 (Legge Finanziaria) con le seguenti finalità ambientali finalizzate a
favorire:
– la minore produzione di rifiuti;
– il recupero dagli stessi di materia prima e di energia;
– la bonifica di siti contaminati ed il recupero di aree degradate.

Alle discariche sono assimilati, oltre agli impianti di incenerimento senza recupero di energia, anche le discariche abusive ed i depositi incontrollati, nonché le discariche istituite in via temporanea con ordinanza.

Tale intenzione emerge sicuramente dai vincoli di contabilità pubblica dei bilanci delle Regioni, che prescrivono una destinazione del 18% del gettito rinveniente dal tributo speciale (c.d. “ecotassa”) a favore di fondi regionali destinati a finanziare il riciclo, smaltimenti alternativi, bonifiche e recuperi.

L’attività appena conclusa – sottolinea il Col. Alessandro Bucci, Comandante del Reparto Operativo Aeronavale Cagliari – è la sintesi di un attento lavoro che quotidianamente vede impegnata la componente aeronavale a far rispettare le norme e i regolamenti a tutela dell’ambiente, a vantaggio della salute umana. Si parte dalla ricerca e dal riconoscimento dei siti utilizzati come discariche abusive, si individuano i soggetti responsabili, si seguono tutte le fasi di smaltimento in discarica autorizzata e di bonifica delle aree inquinate, fino alla determinazione del tributo evaso, la c.d. “Ecotassa”, che confluisce, come accade ormai da diversi anni, nelle casse della Regione Autonoma della Sardegna, per la gestione di accurate politiche ambientali, al fine di non appesantire il gravame fiscale sui propri cittadini.

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