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SASSARI. Basta connettersi per cinque minuti in rete e si legge di tutto. No vax,  scie chimiche, terapie alternative e addirittura un ritorno alle teorie terrapiattiste. Cosa è vero e cosa è falso? Prima o poi ci cascano tutti, o quasi. È innegabile che uno dei problemi della divulgazione scientifica del momento sia il filone delle bufale e delle fake news. A spiegare come difendersi dal fenomeno, nei giorni scorsi a Sassari ci hanno pensato il giornalista scientifico Gianluca Dotti e il noto saggista Silvano Fuso del Cicap, ospiti della seconda edizione di “Divulgare la scienza”, un’iniziativa organizzata da Aristeo e SAT nella Sala conferenze della Fondazione di Sardegna. Come ha ricordato Gianluca Dotti, sul web si assiste spesso a veri e propri duelli da tastiera. Secondo gli esperti, l’errore più grande per far valere le proprie ragioni è utilizzare un atteggiamento di tipo fideistico: da un lato c’è chi sbandiera teorie alternative, illudendosi di favorire ad esempio la salute umana, dall’altro  c’è chi difende lo scientismo incondizionato, come un atto di fede. Sotto accusa è lo stesso abuso del termine bufala. Un termine che per il giovane e brillante divulgatore andrebbe addirittura sdoganato, perché riconduce tutto alla dialettica del vero-falso, fa bene o fa male, favorendo gli estremismi. Occorre invece trovare un equilibrio, restare sempre critici nei confronti del sapere, perché la scienza non è una fede ma un metodo, caratterizzato da risultati in costante evoluzione. Ma qual è la differenza tra fake news e bufale, spesso utilizzate impropriamente come sinonimi?  “La prima – ha spiegato Dotti – è intesa come un’informazione creata ad arte per raggiungere uno scopo, quello di arricchirsi oppure modificare il consenso. La seconda è invece una semplice informazione falsa, e può essere del tutto innocua e non portare alcun beneficio a chi la diffonde. “In realtà il problema – ne è convinto Silvano Fuso – è molto più vecchio del web. I social, per parafrasare Umberto Eco hanno solo contribuito a dare parola a legioni di imbecilli”. Il rappresentante del Cicap (Comitato italiano di controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze), ha evidenziato il pericolo della manipolazione delle parole, mostrando come sia possibile diffondere il falso anche dicendo il vero. E a cascarci sono stati spesso anche i canali mediatici tradizionali, producendo allarmismi ingiustificati. La chiave per comprendere questi fenomeni, starebbe nel fatto che producono una forte attrattiva emozionale, colpiscono l’immaginazione del pubblico perché soddisfano i suoi desideri, le sue aspettative e le sue paure. Per smontare improbabili teorie del complotto allora, a detta di Fuso, occorre sfruttare proprio questo richiamo emozionale, e “dire il vero partendo dal falso”. Ossia partire dalle fake news esplorandone i misteri per raccontare la scienza in maniera corretta. I consigli pratici sono quelli di non parlare ex cattedra con toni supponenti, far comprendere che la scienza non è un’autorità calata dall’alto e che anche i premi Nobel possono sbagliare. Il convegno è stato anche occasione per illustrare diverse pratiche virtuose di divulgazione scientifica in Sardegna. Tra queste “Le passeggiate di Enrico Costa” di Aristeo, le attività dell’OAC di Cagliari, il progetto Life Asap degli atenei di Sassari e Cagliari sulle specie aliene invasive, il laboratorio LaPArs dell’Uniss e le attività di ricerca scientifica sulla “pompìa” a cura della start-up Phareco.
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