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Il concorso cinematografico dedicato ad ambiente e diritti umani si svolgerà a Ottana e Santa Teresa Gallura

Life After Oil si farà. L’emergenza sanitaria dovuta Coronavirus ha costretto molte manifestazioni culturali al rinvio o alla cancellazione per quest’anno. Non il festival ideato e diretto dal regista Massimiliano Mazzotta che si farà regolarmente seguendo tutte le misure di sicurezza necessarie per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Covid-19: l’appuntamento è in programma a settembre a Ottana, dal 3 al 5, e Santa Teresa Gallura, da alcuni anni sede principale della manifestazione, dall’8 al 13.

Un segnale di resistenza che arriva da un festival cinematografico che in sei anni di attività è diventato sempre più un’importante occasione di confronto per filmmaker, attivisti, associazioni di varie nazionalità che vogliono dibattere sui temi energetici e sulla ricerca di uno stile di vita più sostenibile per tutti. Il festival infatti, unico in Sardegna, si occupa in maniera specifica dei temi dell’ambiente e dei diritti umani a livello internazionale. I registi che partecipano al concorso possono scegliere di esprimersi attraverso corti, lungometraggi, documentari, lavori sperimentali o di animazione divisi nelle varie sezioni del concorso.

I numeri della settima edizione sono impressionanti e mostrano una decisa crescita rispetto al passato. Sono oltre 1200 le opere iscritte, da 95 Paesi diversi. Film visionati dal gruppo di selezionatori per arrivare alla scelta dei film da inserire nel programma di quest’anno: 99 lavori che potranno essere visti dal pubblico durante le nove intense giornate del festival tra Ottana e Santa Teresa Gallura. «Sono aumentate esponenzialmente anche le opere prime – sottolinea Massimiliano Mazzotta – a conferma di quanto Life After Oil tenga in considerazione i giovani registi e non soltanto gli autori già affermati. I temi dei film arrivati quest’anno sembrano sottolineare in maniera ricorrente le necessità e i cambi di rotta che saremmo costretti a sostenere. Diversi lavori riguardano, per esempio, i disboscamenti, la siccità, la produzione alimentare».

Oltre le proiezioni dei film selezionati, con la presenza in alcuni casi dei registi, sono previsti come al solito degli eventi collaterali. Musica, spettacoli e quest’anno una mostra di disegni realizzati da studenti indiani come parte di un bellissimo progetto di scambio culturale: lo scorso febbraio l’associazione Life After Oil, in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, ha portato in India una selezione di film delle passate edizioni del festival all’interno di scuole pubbliche e private nelle città di Hyderabad e Panaj, sotto la guida di VV. Maheshwar Rao (consulente per diversi festival di cinema del Paese asiatico). I bambini indiani hanno realizzato una serie di disegni per rappresentare la Sardegna, disegni che saranno in mostra sia a Ottana sia a Santa Teresa Gallura.

L’associazione Life After Oil ringrazia i rappresentanti delle amministrazioni comunali che anche quest’anno sostengono il festival. In particolare Stefano Pisciottu, sindaco di Santa Teresa Gallura, Stefania Taras, assessora alla cultura e turismo dello stesso Comune, Franco Saba, sindaco di Ottana, Angelo Sini, sindaco di Pattada.

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