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Il 27 gennaio, in occasione del “Giorno della memoria”, allieve e allievi dell’Istituto “M. Paglietti” di Porto Torres simuleranno una seduta del Consiglio comunale nell’ambito del progetto di formazione alla cittadinanza attiva “A scuola di democrazia”

Come funziona la macchina amministrativa cittadina, quali sono i ruoli del personale e degli uffici tecnici e politici del Comune. Lo hanno appreso le studentesse e gli studenti dell’Istituto “M. Paglietti” di Porto Torres che, martedì 23 gennaio, accompagnati dai docenti Flavio Piras, Vittorio Pilosu e Antonio Murgia, hanno visitato il palazzo municipale in vista dell’appuntamento del 27 gennaio quando, in occasione del “Giorno della memoria”, a partire dalle ore 10 si siederanno sugli scranni dell’Aula consiliare per simulare una seduta del Consiglio comunale. 

L’iniziativa è organizzata nell’ambito del progetto “A Scuola di Democrazia” promosso dall’Istituto guidato dal dirigente scolastico Daniele Taras, come innovativo e stimolante percorso di formazione alla cittadinanza attiva che ha preso il via lo scorso 6 novembre. A spiegare ai ragazzi le funzioni del Sindaco, della Giunta, del Consiglio e le prerogative dei consiglieri sono stati il presidente del Consiglio comunale Franco Satta e il segretario generale Giancarlo Carta che si è soffermato in particolare sul tema della trasparenza della pubblica amministrazione. La visita, infatti, ha coinciso con la “Giornata della trasparenza”, un’occasione per informare sull’attività della pubblica amministrazione che ha come obiettivi principali la prevenzione della corruzione e il presidio della legalità all’interno del contesto pubblico. Per un giorno, quindi, le studentesse e gli studenti potranno vestire i panni degli amministratori cittadini partecipando a un Consiglio comunale che avrà un unico punto all’ordine del giorno: “Discussione aperta su iniziative e presidi permanenti contro ogni forma di discriminazione da realizzare nella Città di Porto Torres in occasione la celebrazione della Giornata della Memoria”.

Il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz, infatti, è la giornata indicata dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2005 per ricordare lo sterminio del popolo ebraico e tutti i deportati nei campi nazisti e per sottolineare l’importanza che le giovani generazioni conservino la memoria di uno dei periodi più bui della storia umana nel quale vennero assassinate milioni di persone: Ebrei innanzitutto, ma anche persone con disabilità, Rom e Sinti (il Porrajmos), omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova.

Servono, infatti, momenti di riflessione, soprattutto in un periodo storico come quello attuale in cui nel mondo si sta registrando un aumento esponenziale di episodi di intolleranza e antisemitismo.

«Ricordare non basta, il ricordo non resta lì per sempre – scrive Lia Levi nel bel libro “Il Giorno della Memoria spiegato ai miei nipoti”- A volte ci si emoziona per un attimo e poi tutto vola via. Perché resti, questo è il punto, il ricordo si deve trasformare in memoria. Memoria è quando i ricordi sono diventati mattoncini del nostro oggi. Noi siamo qui e rappresentiamo il presente, lo sappiamo, ma senza il passato non avremmo senso, saremmo una scatola vuota»

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