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Cagliari, 19 febbraio 2024. «Coraggio, coraggio, coraggio». Con queste tre parole il candidato presidente Renato Soru ha concluso ieri sera tra gli applausi il suo intervento al teatro degli Scolopi di Sanluri, dove la Coalizione sarda ha celebrato la prima chiusura della sua campagna elettorale in vista delle imminenti elezioni regionali del 25 febbraio. La seconda è in programma martedì domani, martedì 20 febbraio, al Teatro Garau di Oristano.

Nella città natale di Soru, la coalizione composta da Progetto Sardegna, Liberu, +Europa-Azione-Upc, Rifondazione comunista-Sinistra europea, Vota Sardigna ha iniziato la corsa finale verso il voto con un evento, “Un mattino nuovo”, che ha visto la partecipazione di 400 persone e dato spazio ai contributi di musicisti e artisti sardi prima di lasciare palco e microfono al candidato presidente.

L’apertura è stata affidata a Piero Marras con “Si deus cheret”, “Mere manna” (diventato vero e proprio inno della campagna elettorale) e “Quando Gigi Riva tornerà”, eseguita col pluristrumentista Vincenzo Cannova alle launeddas. «Stiamo definendo i destini di questa bella terra che ci ospita – ha detto Marras dando il benvenuto il pubblico – ed è meglio che questi destini li gestisca una persona che lo sappia fare. Io personalmente ne vedo solo una che possa rappresentare me e abbia la dignità di rappresentare tutti i sardi.»

A seguire, il sanlurese Cannova ha proposto un pezzo alle launeddas e salutato il pubblico con uno dei suoi aforismi, apprezzati sui social da decine di migliaia di followers: «Bisogna avere radici forti per non andare dove tira il vento», ha detto. È toccato poi a Lello Porru, il pittore e scultore di Sanluri che ha arricchito il paese con le sue opere e attivista dei comitati contro la speculazione energetica, ricordare l’importanza dei paesaggi interni della Sardegna, che andrebbero tutelati come già successo per le coste, e infine ha parlato Tonino Murru, autore teatrale di Is Mascareddas, per il quale «gli artisti sono quelli che sanno parlare agli altri e la politica è l’arte di unire.»

Dopo una lettera di Michelangelo Soru al padre, il microfono è passato al leader della coalizione. Soru ha ricapitolato il cammino percorso dai primi incontri nell’estate 2023 e le principali proposte del programma politico della Coalizione sarda condivise in quelli che sono ormai diventati un centinaio di appuntamenti in tutta la Sardegna. «Ho iniziato – ha detto – ad andare in giro da solo per parlare di questi temi e siamo cresciuti, siamo diventati tanti e abbiamo capito, strada facendo l’importanza di quello che facevamo. Non erano parole da regalare a chi non le voleva ascoltare e non sono sono pensieri per chi aspetta ispirazioni romane, non considera i nostri e non sa ascoltare quello che pensiamo realmente nelle nostre comunità, nelle nostre piazze, nei nostri posti di lavoro.»

«È allora giusto – ha continuato – che questi pensieri li mettiamo al servizio di una storia nuova, in cui la comunità sarda mette da parte gli estremismi di destra e l’ambiguità 5stelle. Prendiamo una strada nuova e un pensiero politico che guardino agli interessi della Sardegna e nient’altro, che non ne fanno pedina o oggetto di scambio ma hanno cuore, gambe, speranze, confronto, partecipazione in Sardegna. Una storia nostra che non ha più bisogno di un Salvini o di una Schlein o di Conte che viene a dirci che sono molto belli i pesci del mercato di San Benedetto e, siccome siamo fortunati, ci canta anche una canzone perché è tanto simpatico.»

«Credo che abbiamo bisogno di qualcos’altro, prima di tutto di rispetto. Non saremo più – ha detto il candidato presidente – alla mercé romana sulla sulla nostra politica e tanto meno saremo alla mercé delle decisioni romane sul nostro modello di sviluppo, sul nostro governo del territorio, sull’utilizzo sulla valorizzazione dei nostri beni culturali o su come aprire o chiudere le scuole. Siamo arrivati a un punto della campagna elettorale in cui le cose emergono con chiarezza. L’alternativa per battere la destra siamo noi. Non può certo essere la faccia di Giuseppe Conte, che ha governato con Matteo Salvini e che ora viene a dirci cosa è il centrosinistra. Giuseppe Conte non è mai stato il centrosinistra, ha governato con la destra, e ha cambiato strada solo quando pensava che Salvini potesse prendergli il potere.»

«Il pericolo che corre la Sardegna – ha detto infine Renato Soru – è quello di proseguire altri cinque anni con una giunta di destra, uguale a quella di Christian Solinas. Vogliono sostituire Solinas con Truzzu. L’ultimo presidente di Regione in Italia per indice di gradimento, con il terzultimo sindaco d’Italia. Truzzu ha ricordato che ora al governo c’è Giorgia Meloni, che lui conosce e che ci darà una mano. Ma dobbiamo continuare a vivere di amicizie? Questa è l’idea poverissima della destra sarda: è l’idea di 200 anni fa, l’idea di una Sardegna a capo chino, timida, impaurita, con una piccola considerazione di sè stessa. Quella Sardegna si affidava alla benevolenza del sovrano e cantava Cunservet Deus Su Re, per farselo amico. Nel 2024 la Sardegna si vuole presentare ancora così, basando la sua politica sulla benevolenza del sovrano di turno, che in questo caso si chiama Giorgia Meloni. Abbiamo un’alternativa migliore, più dignitosa, più solida di prospettiva: che è quella di rivendicare e pretendere i nostri diritti come singoli, come persone, come famiglie, come comunità regionale. È quello che è al centro del nostro programma, è quello che faremo al governo della Regione.»

AGENDA ELETTORALE MARTEDÌ 20 FEBBRAIO 2024.
Domani, martedì 20 febbraio 2024, il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru parteciperà all’evento “Un mattino nuovo”, in programma al teatro Garau di Oristano (via Parpaglia 16) con inizio alle ore 18.00.

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