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Lettera aperta a Massimo Andreoni, tra l’altro direttore scientifico della Societa Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – S.I.M.I.T
Caro Massimo, secondo il tuo dire, opinabile in quanto non coperto da dogmi di infallibilità, io che sono fortemente un “No mask”, sono privo di base scientifica, vado contro il buon senso e sarei anche un pericolo per la sanità pubblica, contestando una regola senza un valido motivo. Andrei quindi fermato, da ultimo persino denunciato. Ti conosco, so chi sei, e tu altrettanto di me. Purtroppo, dal 21 febbraio del 2015, l’invalidità mi ha costretto al pensionamento anticipato, per quello non ci siamo più visti ai convegni in giro per l’Italia e/o all’estero. Una legge nata nel 1931, sotto il fascismo e ancora in auge – non è l’unica, non permette agli studenti in medicina, come il mio secondogenito Matteo, che vogliano usufruire delle belle borse di studio del’ONAOSI (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani), avendo il padre ancora in vita, pur se invalido, che questi sia iscritto all’albo dei medici. Mio malgrado, per permettere quindi a mio figlio di seguire e inseguire i suoi sogni, come io stesso facevo molti anni fa, con l’aiuto di mio padre, anche lui medico, con dispiacere ho rinunciato al mio tesserino. Ho fatto parte nella mia vita di tre ordini di medici: Roma, Sassari, Napoli e poi ancora Sassari, da cui mi sono cancellato proprio nel giorno in cui avevo ricevuto il nuovo badge elettronico, che mi è stato immediatamente ritirato (nemmeno il ricordo…). Mi dispiace contraddirti (mi sei sempre stato simpatico e ti stimo), ma io, pur essendo un “No mask”, non sono un “No Vax”. Ho somministrato, negli undici anni in cui ho lavorato in Africa, migliaia di vaccinazioni; mi sono sottoposto, assieme ai miei figli, a tutte le vaccinazioni possibili e oltre. Ogni anno vaccinavo me stesso contro l’influenza, per rispetto per i miei pazienti immunodepressi, sieropositivi per il virus dell’HIV, per non dever essere io stesso portatore di un’infezione che poteva loro essere fatale. Non sono un pericoloso (!) negazionista, non vado contro la scienza, di cui umilmente mi sento, o mi sentivo, parte integrante, credo fortemente nell’esistenza dell’Aids, avendolo combattuto in prima fila e con tutte le mie forze, la mia scienza e la mia coscienza. Ti invito a consultare le leggi italiane sulle mascherine chirurgiche e non gli ultimi decreti legge, così piccoli che li definirei decretini. La mascherina era, ed è un presidio medico chirurgico e non un dispositivo di protezione individuale (DPI), la transustanzazione decretata dal Presidente del Consiglio in data 17 marzo u.s., quella sì, non ha alcun valore, tantomeno scientifico, non avendo modificato alcunchè nelle caratteristiche fisiche dell’apparato. Ma di questo e di tante altre cose ne parlo a lungo nel mio instant book che, per volere della mia casa editrice, l’Harmattan Italia, di Torino, sarà stampato alla fine del prossimo mese. Pensa che la casa madre, L’Harmattan Francia, ha così gradito la mia opera, avendo visto il manoscritto, che a luglio stesso sarà tradotto in francese e distribuito in Francia e nell’Africa francofona (hanno anche una sede, appena aperta, nel continente nero, l’Harmattan Mali). L’Haramattan è il nome del vento del deserto, caldo e pieno di particelle di sabbia che si infilano in tutti i pori e in tutti gli orifizi del tuo corpo, se hai la sfortuna di essere colto da una tempesta. Non me ne volere ma sono un No mask, ma non sono tutto il resto di cose che mi hai automaticamente e forse con troppa supponenza e faciloneria, appiccicato addosso. Leggiti il mio libro (il tuo l’ho comprato e letto), forse ti farà modificare il tuo dogmatico punto di vista o per lo meno ti farà venire qualche dubbio (mi accontenterei). Un caro saluto, spero non te ne abbia a male. Questa storia mi ha alienato tanti conoscenti che pensavo fossero più che tali, ma Massimo Galli non mi ha mai risposto, Stefano Vella, che è venuto in Sardegna, dove risiedo adesso, a capo di una task force, idem. Giovanni Rezza ha detto cose che mi hanno lasciato esterrefatto e il professor Ippolito dello Spallanzani non so perchè si sia dimenticato dell’esercitazione “Auser” svoltasi a Gaeta un decina di anni fa, di Pratica di mare e del biocontenimento, della Croce Rossa, insomma dei piani che avevamo fatto per l’arrivo improvviso di una pandemia.. mah! Questo scritto lo faccio girare anche nella mia mailing list di infettivologi, utilizzata dall’ISS quando vuole diffondere una notizia capillarmente. Spero di rivederti e di poterci ancora bere un buon bicchiere di vino insieme, anche senza essere sponsorizzati dai tanti amici informatori delle varie case farmaceutiche.

Dr Mario FIGONI

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