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Le Fiamme Gialle cagliaritane, nel corso di una verifica fiscale condotta nei confronti di un operatore del settore dell’intrattenimento, hanno riscontrato molteplici e continuate violazioni alla disciplina che regola i contratti di lavoro: 44 casi di lavoratori in nero ed altri 10 addetti retribuiti con voucher in maniera non rispondente alla normativa di settore.

Le attività di controllo sono scaturite all’esito di un attento monitoraggio del tessuto economico locale, analisi che, secondo procedure normate e consolidate, mira ad enucleare quelle posizioni di contribuenti caratterizzate da indici che rappresentano elementi di necessario approfondimento investigativo.

Le numerose, diversificate, strutturate ed interconnesse informazioni contenute nelle banche dati in uso al Corpo hanno permesso di particolareggiare la posizione del contribuente sottoposto al controllo, il quale, nonostante una comprovata operatività, accertata anche nel tempo con mirati servizi di osservazione, secondo i sistemi centralizzati non risultava aver presentato alcuna dichiarazione dei redditi per due annualità.

All’atto dell’accesso presso i locali dell’impresa, i Finanzieri – come da prassi – dopo aver richiesto al contribuente la documentazione fiscale, hanno effettuato, in tutti i locali aziendali, una minuziosa ricerca mirata all’individuazione di eventuale documentazione potenzialmente attestante attività economica non registrata e quindi “in nero”.

L’esito della ricerca ha dato esito positivo essendo stati rinvenuti, accanto a fogli manoscritti attestanti attività economica in nero, anche dei veri e propri elenchi riportanti nominativi di personale impiegato nell’attività con i relativi turni.

I Finanzieri hanno acquisito tale documentazione ed hanno provveduto ad accertare compiutamente l’identità delle persone indicate sui fogli ritrovati nei locali aziendali, così da poterle convocare e sentire in atti per ricostruire pienamente i loro profili di impiego.

Le Fiamme Gialle hanno quindi proceduto ad intervistare, oltre gli 8 lavoratori trovati intenti nelle proprie mansioni all’atto dell’accesso presso l’azienda, altri 58 addetti: nel corso degli ultimi 4 anni, le mansioni in cui sono stati impiegati, soprattutto durante i fine settimana, hanno ricompreso diverse qualifiche professionali: cassieri, pizzaioli, cuochi e camerieri.

Per 44 lavoratori sono stati riscontrati più periodi durante gli anni in cui hanno prestato la propria attività lavorativa in nero, senza un regolare contratto e senza una copertura assicurativa, circostanza questa che, se da un lato costituiva un vantaggio economico per il datore di lavoro – il quale così facendo non versava contributi ed oneri previdenziali allo Stato – dall’altro esponeva i lavoratori a tutta una serie di rischi e mancate tutele, sia sotto il profilo assistenziale che sanitario.

Per altri 10 addetti, i Finanzieri hanno accertato che il loro compenso veniva corrisposto in parte, ufficialmente, a mezzo di voucher, ed in parte, “sottobanco”, mediante pagamento in contanti.

Questa pratica, eludendo la normativa nazionale che prevede il pagamento delle prestazioni lavorative in voucher in presenza di occupazioni saltuarie o di tipo episodico permetteva al datore di lavoro di non assumere con regolare contratto quei dipendenti ed ottenere così un risparmio contributivo non dovendo versare le ritenute fiscali, non previste in caso di lavoro occasionale.

Il titolare dell’azienda è stato quindi diffidato a regolarizzare i dipendenti per i periodi di lavoro prestati in nero ed è stato altresì segnalato all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per l’irrogazione di una sanzione amministrativa pari a 486.000 €.

Sotto il profilo fiscale, i Finanzieri hanno analizzato tutta la documentazione contabile “ufficiale” rinvenuta e l’hanno integrata con quella extracontabile rinvenuta durante l’ispezione attestante operazioni commerciali non transitate nei registri e quindi “in nero”.

All’esito dell’ispezione, l’azienda, qualificata come evasore totale non avendo presentato per due annualità le previste dichiarazioni, è risultata aver inoltre occultato al Fisco ricavi per 577.000 € con una conseguente evasione I.V.A. per quasi 61.000 €, nonché aver omesso di operare le ritenute sui dipendenti per 26.000 €.

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