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Fausto Farinelli

Settembre 2024 – Un rapporto scritto da Mario Draghi, ex Presidente della Banca Centrale Europea e Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, delinea le sfide e le opportunità che l’Unione Europea deve affrontare per mantenere la sua competitività nel contesto globale.

Mario Draghi, economista di fama internazionale, ha ricoperto ruoli cruciali nella gestione economica mondiale. Presidente della Banca Centrale Europea dal 2011 al 2019, è noto per aver guidato l’Europa fuori dalla crisi finanziaria con la storica frase “whatever it takes”. Dal 2021 al 2022 è stato Presidente del Consiglio italiano, gestendo la crisi pandemica e il rilancio economico del Paese. La sua lunga carriera e la sua visione per l’Europa sono oggi al centro di un nuovo rapporto che analizza il futuro della competitività europea.

Una Nuova Era di Competitività

Nonostante i suoi punti di forza, l’Europa sta perdendo terreno in termini di produttività e innovazione rispetto ai concorrenti globali. L’UE rappresenta il 17% del PIL mondiale, con un mercato unico di 440 milioni di consumatori e 23 milioni di imprese, ma la sua crescita economica è rallentata rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Tra il 2002 e il 2023, il divario del PIL pro capite tra l’UE e gli Stati Uniti è cresciuto dal 15% al 30%, con l’Europa che fatica a mantenere il passo.

Uno dei fattori chiave di questo rallentamento è la produttività. Oggi, la produttività dell’UE è inferiore all’80% del livello statunitense. Inoltre, si prevede che la forza lavoro dell’UE diminuirà di 2 milioni di persone ogni anno entro il 2040. La crescita economica futura sarà fortemente dipendente dall’innovazione tecnologica, ma attualmente l’Europa sta arrancando rispetto alle altre potenze. Il 70% dei modelli di intelligenza artificiale sviluppati dal 2017 proviene dagli Stati Uniti, mentre l’Europa vanta solo 4 delle 50 principali aziende tecnologiche a livello mondiale.

La Sfida della Decarbonizzazione

Un altro punto cruciale è il costo dell’energia. Le aziende europee continuano a pagare prezzi dell’elettricità 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti e prezzi del gas 4-5 volte superiori, ostacolando la loro competitività. La decarbonizzazione rappresenta un’opportunità per l’Europa di assumere un ruolo di leadership nelle tecnologie pulite, ma il successo dipenderà da una strategia coerente che supporti le industrie energetiche e ad alta intensità energetica nel processo di transizione.

Sicurezza e Dipendenze Economiche

Il panorama geopolitico si sta evolvendo rapidamente, con l’Europa che si trova a dover affrontare dipendenze strategiche che minano la sua sicurezza economica. La spesa europea per la difesa è attualmente un terzo di quella statunitense, e l’industria della difesa europea ha subito anni di sotto-investimenti. Inoltre, le dipendenze dell’UE da fornitori esterni per materie prime critiche, come quelle necessarie per le tecnologie verdi, pongono il rischio di pressioni geopolitiche da parte di paesi terzi.

Per affrontare queste sfide, l’UE deve coordinare meglio le politiche industriali e gli investimenti tra gli Stati membri, evitando la frammentazione che ha finora indebolito l’efficacia collettiva. Una maggiore cooperazione potrebbe consentire all’Europa di sviluppare una capacità industriale di difesa indipendente e di ridurre le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento.

Investimenti: La Chiave per il Futuro

Per sostenere la crescita economica, l’Europa dovrà aumentare significativamente il proprio livello di investimenti. Il rapporto stima che il tasso di investimenti sul PIL dovrà aumentare di 5 punti percentuali all’anno per digitalizzare e decarbonizzare l’economia. Questo livello di investimenti non si vede dagli anni ’60 e ’70. Tuttavia, sarà necessario mobilitare sia il settore privato che quello pubblico. Un aumento della produttività del 2% in 10 anni potrebbe coprire fino a un terzo delle spese pubbliche necessarie.

La sfida sarà anche quella di ridurre il carico normativo che grava sulle imprese europee. Più del 60% delle aziende considera la regolamentazione un ostacolo agli investimenti, e il 55% delle PMI segnala che gli ostacoli normativi sono tra le principali difficoltà che devono affrontare. Ridurre questo carico sarà essenziale per liberare il potenziale di crescita del settore privato.

L’Europa ha la possibilità di mantenere il proprio ruolo di leader globale, ma solo se riuscirà a colmare il divario di innovazione, ridurre la dipendenza energetica e rafforzare la sicurezza economica. Il tempo per agire è ora, e le decisioni prese nei prossimi anni saranno cruciali per garantire un futuro di prosperità per i cittadini europei.

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